PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE

PER NOI SARA' SEMPRE E COMUNQUE UN DISASTRO AMBIENTALE
PER NOI E' STATO E SARA' SEMPRE UN DISASTRO AMBIENTALE

giovedì 24 dicembre 2015

GALLERIE APERTE


                  GALLERIE APERTE:  CHE INCREDIBILE RITROVATO TECNOLOGICO ! 



Questa strada scorre in una valle delle Alpi Marittime ..


come vedete la costa franosa è protetta con una galleria aperta  in CLS.  Si noti come la natura l' abbia trasformata quasi in un galleria naturale:  terra e sassi si sono accumulati sopra le solette prefabbricate trovando un equilibrio e finendo per ospitare anche della vegetazione ..  perché faccio notare questo particolare ?  semplice ... perché quando partecipai all' Inchiesta Pubblica alla VAS del Ponte di Ceparana e proposi in alternativa,    la messa in sicurezza permanente della Ripa proprio con una galleria aperta,  la Dottoressa Paola Solari ( settore VIA della Regione)  obiettò che l' opera sarebbe risultata più impattante.

Sindaci  e Tecnici della Provincia  ne fecero invece una questione di soldi: dissero che l' opera sarebbe stata più costosa della bretella Ceparana - S.Stefano     > cosa assolutamente non vera ( vedi Galleria Aperta di Padivarma).

La cosa singolare è che sino a quel momento la dottoressa Paola Solari aveva insistito nel dire che in quel procedimento si doveva discutere del progetto del Ponte di Ceparana  e non di viabilità provinciale.  Ciò in palese contraddizione con la ratio di un procedimento di VAS ( nel caso in esame alla variante al Piano del Parco Magra) che invece è volto a valutare l' impatto ambientale su area vasta.

 Insomma in quella circostanza di fatto si stava
 
 applicando una VIA al progetto .!  O forse si stava semplicemente cercando di mettermi a tacere. Un vero peccato che di quell' incontro ( unico)  che si svolse a Ceparana, non esistano i verbali.

  Ne sono venuto a conoscenza richiedendoli in seguito proprio alla Solari,  alla quale rimarcai come "quella VAS" fosse stata condotta scorrettamente  e che, quanto osservato da Comitati Spezzini,  fosse stato pregiudizievolmente rigettato.  Sorprendentemente il tecnico della Regione dopo qualche schermaglia iniziale sulla conduzione della VAS,  a proposito della mia disamina sulla viabilità provinciale affermò che la mia visione era troppo avanzata rispetto alle contingenze.

Vale la pena di ricordare che dopo l' incontro di Ceparana al quale partecipai come rappresentante di ItaliaNostra scrissi delle osservazioni che questa associazione avrebbe dovuto riconoscere e sottoscrivere. Del resto l' Inchiesta Pubblica l' aveva chiesta proprio il sottoscritto a nome di ItaliaNostra e non era la prima volta, vi era già stato il precedente del Piano Regionale dei Rifiuti !!  Attesi settimane ma per ragioni a me ancora ignote la firma non arrivò ed io uscii dall' associazione.

Com' è noto la soluzione della Galleria Aperta è stata poi accolta dalla nuova Giunta regionale che fortunatamente ha ritirato i fondi al Ponte di Ceparana (peraltro insufficienti) ed  a nome dell' Assessore all' Ambiente Giampedrone ha recentemente reso noto che entro la fine di febbraio dovrebbe essere pronto un progetto.

Allo stato è in corso la messa in sicurezza della strada della Ripa che però non ha consentito la programmata riapertura natalizia.  A dire il vero la Provincia  non pare avere molta fretta, la cosa non ci stupisce, dal momento che è retta da un Partito ostinatamente favorevole al Ponte di Ceparana.

Negli ultimi giorni la consigliera regionale Raffaella Paita ha rinfacciato la Giunta regionale  di aver lesinato risorse in favore dei lavori di messa in sicurezza della Ripa. 





Sembra che i costi dell' intervento si aggirino   sugli 800 mila euro e ne siano stati erogati solo 500 mila.  I 500 mila sarebbero sufficienti ad una riapertura parziale del tracciato ovvero ad un senso unico alternato. Va detto però che la Regione pur essendosi accollate delle responsabilità affossando il Ponte di Ceparana, non ha alcuna competenza sulla Ripa.

giovedì 3 settembre 2015

LE NOVITA' SUL MOLO GARIBALDI




Le novità sono queste:

l' Autorità Portuale rinuncia agli interramenti previsti dal PRP alla Calata Artom ( quella compresa tra i Moli Garibaldi e Fornelli )  e intende allargare il Molo Garibaldi.

Oltre all' allargamento forse ( ma il Presidente Forcieri l' altra sera a TeleLiguria Sud non è apparso troppo convinto ) in testa allo stesso potrebbe realizzare sul lato Ovest un pennello come quello già esistente sul lato Est.


Premesso che Comitati Spezzini è da sempre contraria al PRP approvato nel 2006 ed all' Intesa Porto / Comuni del Golfo da cui ha origine, a proposito dei nuovi piani che riguardano il Molo Garibaldi e Calata Artom-    ho la seguente posizione:

 


  L' opposizione più che alla disposizione dei 50 mila  mq alla Artom o sul Molo Garibaldi sarebbe da fare invece,  poiché in luogo di una VIA, con tanto di Inchiesta Pubblica- è previsto solo lo screening ..Si tratta del classico spezzettamento ...!  Tutto quello che riguarda l' Ambito 6 deve essere valutato organicamente.  

 Peccato non esista un vero fronte popolare che:

1.  dica chiaramente NO al Piano Regolare Portuale
2.  si batta nei tribunali  ma non giocando sui " garbugli "
3.  abbia quale obiettivo primario il Bene Comune inteso come la salvaguardia del Golfo della Spezia

Esiste invece un insieme di Categorie Commerciali che un giorno si e l' altro pure invoca l' attuazione del Piano Regolatore Portuale del quale nel 2007 hanno sottoscritto le previsioni. 

Vedi qui  >  http://www.laspeziaoggi.it/news/2015/09/quartieri-del-levante-lautorita-portuale-rispetti-cio-che-ha-promesso/     e qui  >  http://comitatispezzini.blogspot.it/2012/11/ma-chi-sono-i-comitati-del-levante.html


 
Per favore non mi si venga a dire che l' interramento da 50 mila mq della Artom avrebbe allontanato il carico ambientale dal Canaletto  ( tra Via Tazzoli e Via del Canaletto ), perché se su quei 50 mila mq vado a muovere 200 mila containers in più, con la Fascia di Rispetto irrisoria che prevedono, di fatto non cambierebbe praticamente nulla !



sul rilascio dell' AIA all' Impianto di Saliceti





Nell' impianto di Saliceti sito nel Comune di Vezzano Ligure (SP)  ad oggi si svolge la seguente attività:


La finalità dell' impianto è il trattamento di rifiuti classificati CER 20.03.01( rifiuti urbani non differenziati ) e CER 20.01.08 e 19.12.12 ( frazione organica da raccolta differenziata stradale  e da scarti prodotti da Acam Ambiente  SpA) per la produzione di CDR e per la produzione di CSS. La produzione consta di due principali filiere:
 
1. triturazione, deferizzazione primaria, bioessicazione, deferrizzazione secondaria, vagliatura, raffinazione, deferrizzazione terzaria e pressatura con produzione di CDR e di biostabilizzato
 
2. operazione di triturazione, deferizzazione primaria e vagliatura con produzione di due frazioni (secca e umida ) ed invio ad impianti di recupero
 
 
Ora siccome la tritovagliatura non soddisfa l' obbligo di trattamento previsto dall' art.6  lett. a) della Direttiva n.1999/31 CE   siamo sicuri che i materiali di cui al punto 2 vadano ad impianti di recupero?

l'  Art.6   Lett. A recita:

Articolo 6

Rifiuti ammissibili nelle varie categorie di discariche

Gli Stati membri provvedono affinché:

a) solo i rifiuti trattati vengano collocati a discarica. Tale disposizione può applicarsi ai rifiuti inerti il cui

trattamento non è tecnicamente possibile o a qualsiasi altro rifiuto il cui trattamento non contribuisca

agli obiettivi di cui all'articolo 1 della presente direttiva, riducendo la quantità dei rifiuti o i rischi per la

salute umana o l'ambiente;
 
 
 
Articolo 1
Obiettivo generale
1. Per adempiere i requisiti della direttiva 75/442/CEE, in particolare degli articoli 3 e 4, scopo della
presente direttiva è di prevedere, mediante rigidi requisiti operativi e tecnici per i rifiuti e le discariche,
misure, procedure e orientamenti volti a prevenire o a ridurre il più possibile le ripercussioni negative
sull'ambiente, in particolare l'inquinamento delle acque superficiali, delle acque freatiche, del suolo e
dell'atmosfera, e sull'ambiente globale, compreso l'effetto serra, nonché i rischi per la salute umana
risultanti dalle discariche di rifiuti, durante l'intero ciclo di vita della discarica.
2. Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche delle discariche, la presente direttiva contiene, per
quelle alle quali si applica la direttiva 96/61/CE, i pertinenti requisiti tecnici, allo scopo di definire in
termini concreti i requisiti generali di tale direttiva. Si considerano soddisfatti
 
 

 
 




 

domenica 30 agosto 2015

.. DALLA BRETELLA AL BY PASS ..




http://www.cittadellaspezia.com/Cinque-Terre-Val-di-Vara/Politica/Costa-Ma-quale-bretella-lo-spostamento-189534.aspx


le accuse che il Consigliere Andrea Costa ha mosso alla collega Paita sulla gestione del caso della Ripa sono certamente fondate ma purtroppo proponendo l' allungamento del By Pass porge al territorio una medicina peggiore del male.

 

 



 Egli coerentemente alla posizioni che provengono dal Settore dell' artigianato intende translare la Ripa in area esondabile con dei riempimenti a base di terre e rocce provenienti dall' Aurelia Bis:   materiale che  il Comune della Spezia vorrebbe mettere a Saturnia e che per taluni buono anche per le nuove banchine previste dal PRP.

 In altre parole Costa propone un restringimento dell' alveo del Magra, dissennata pratica posta in essere dagli anni 60 in poi (almeno). Nella mappa sottostante si vede chiaramente che l' area in cui si vorrebbe intervenire è riconosciuta dal PAI dell’ Autorità di Bacino come esondabile.

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Comitati Spezzini ha proposto un’ alternativa anche in sede di Inchiesta Pubblica alla VAS sul progetto della Bretella Ceparana S.Stefano che riteniamo invasiva non tanto perchè implica la costruzione di un nuovo Ponte sul Magra ma perché favorirebbe un’ ulteriore urbanizzazione nelle aree comprese tra l’ A12 e Via Cisa.    vedi qui    >   http://comitatispezzini.blogspot.it/2015/04/osservazioni-variante-al-piano-del.html

 

I fondi Fas individuati per questa infrastruttura ( che si scoprono oggi insufficienti)  potrebbero essere dirottati sulla Ripa non per allungare il ByPass  ma per realizzare una galleria aperta come quella costruita dopo il Ponte di Padivarma.

L' alveo non verrebbe ristretto, il problema definitivamente risolto e la sicurezza garantita. Eventuali altre frane rovinerebbero su una soletta di calcestruzzo anzichè sul tracciato.

Ci auguriamo che la scarsezza di risorse non faccia propendere per soluzioni incongrue e pericolose che potrebbero avere effetti negativi sia sull' Ambiente che sulle persone. I cosiddetti progetti Slim per esempio sono soluzioni sbagliate almeno quello che riguarda la parte centrale della Strada Provinciale n°10.

 

 
 
 
Il Sindaco Mazzanti insiste sulla Bretella e ricatta il territorio
 
 


La galleria di Padivarma è costata 3.8 milioni di euro ed è lunga 185 metri  ... il fronte franoso della Ripa è lungo 450 metri circa ..  La bretella di Ceparana -Santo Stefano costa 11 milioni di euro ...

direi che ci siamo  ..no ?

Qui i dati della Galleria di Padivarma nel comunicato dell' inaugurazione >




Liguria, aperta la galleria Padivarma sulla strada statale 1 `Via Aurelia` a Beverino, in provincia di La Spezia
 
Ciucci: `La nuova opera ripristina i collegamenti tra Borghetto di Vara e Beverino e garantisce la sicurezza in caso di nuove frane`
L`Anas ha aperto oggi al traffico la nuova galleria artificiale Padivarma tra il km 431,970 e il km 432,210 della strada statale 1 `Via Aurelia`, in provincia di La Spezia. `Dopo l`alluvione che colpì la zona esattamente un anno fa - ha sottolineato l`Amministratore Unico dell`Anas Pietro Ciucci - con questa opera viene ripristinata completamente la circolazione tra i comuni di Beverino e Borghetto di Vara, lungo un`arteria fondamentale come la statale Aurelia`.
`L`intervento, completato in soli 8 mesi - ha proseguito Pietro Ciucci -, garantisce la sicurezza viaria della strada statale Aurelia, in caso di eventuali ulteriori frane`. Dalle ore 17.30, la galleria Padivarma è percorribile nei due sensi di marcia e, in occasione della conclusione dei lavori, si è svolta la visita del Presidente della Regione Claudio Burlando e dell`Assessore regionale Raffaella Paita, insieme al senatore Luigi Grillo, Presidente dell`VIII Commissione del Senato e ai Dirigenti nazionali e regionali dell`Anas. I lavori hanno limitato i disagi agli utenti e il transito, infatti, è stato sempre garantito a senso unico alternato e riservando alle ore notturne le operazioni che comportavano necessariamente la chiusura del tratto.
L`intervento ha previsto la costruzione della nuova galleria e sistemazioni ambientali a monte della stessa; il tratto fu colpito da un movimento franoso con un fronte di circa 100 metri. In particolare, la galleria artificiale, di lunghezza pari a 185 metri, è stata realizzata sul tracciato esistente della statale `Aurelia` in un tratto in cui la strada si sviluppa a mezza costa, provvedendo altresì al ripristino dei due tratti immediatamente a ridosso dell`opera.
La sezione stradale presenta un`unica carreggiata bidirezionale, composta da due corsie da 3,50 metri ciascuna, e da due banchine laterali da 1,25 metri, per una larghezza complessiva della piattaforma stradale di 9,50 metri.
Le pareti della galleria sono costituite da un muro, lato monte, e da una serie di pilastri circolari, lato valle, entrambe realizzate su fondazioni indirette, costituite da un doppio filare di micropali in acciaio. L`impalcato è stato costruito con travi a doppio T accostate con sovrastante soletta gettata in cemento armato. Per garantire il transito in sicurezza, anche in caso di futuri eventi calamitosi della stessa tipologia di quello verificatosi nel 2011, la struttura è stata dimensionata in modo da resistere a un carico accidentale di circa 9t/mq, pari ad una eventuale ricopertura della stessa corrispondente a 5 metri di terreno. `L`opera - ha concluso l`Amministratore unico dell`Anas Pietro Ciucci - ha comportato per Anas un investimento complessivo di oltre 3,8 milioni di euro, finanziato attraverso una anticipazione dei fondi`.

Genova, 25 ottobre 2012
 
 






domenica 23 agosto 2015

Il mancato Albergo dei Puffi a Santo Stefano

 
    ..Ecco terminato quello che doveva essere  " l' Albergo dei Puffi" .! ..  Sulle facciate vedremo  mutande e calzini, dal momento che cotanta bellezza architettonica un albergo non lo diventerà?    Rimugino spesso sul progetto de "La Fabbrica"  il cui contesto era a suo tempo uno dei Siti di Interesse Regionale .. Un'area che dopo la bonifica venne restituita agli usi legittimi ...ehm .. pensando alla Vaccari ..mi chiedo ... l' avrammo fatta davvero la bonifica ..?


     Ci rimugino, dicevo, anche perchè i manufatti della vecchia fabbrica che avevano -quelli si- un certo pregio architettonico sono completamenti vuoti ...!! l' orrendo Store che è stato costruito a fianco, fatto di lastre di latta unite coi rivetti, era dunque assolutamente inutile ! 

     Esso stesso, infatti, sopravvive a fatica .! 

    In alcuni spazi commerciali si fanno mostre proprio per tappare i buchi, per cercare di nascondere il fallimento del progetto ... un' immane colata di cemento e di ferro che venne sbandierata come un fiore all' occhiello.. come l' emblema, la firma degli "uomini del fare" ..! Certo qualche decina di posti di lavoro li hanno dati, anche qui l' onnipresente Maris è spuntata come i moscerini durante la vendemmia e così il governo di Santo Stefano è rimasto quello ... con lo stesso largo consenso di sempre (rispetto ai votanti si intende) .. 

     Ma forse ora qualcuno avrà aperto gli occhi .. forse qualcuno avrà avuto una vaga percezione che manca nella maniera più assoluta una visione complessiva di sviluppo e di gestione del territorio .. O forse no .. per comprendere ciò, ci volevano anche le decine di capannoni del Distripark, della Cittadella Artigianale della CNA, di MondoConvenienza ( questi ultimi finiti dentro un' inchiesta della Magistratura di cui non si sa più nulla) .. 

     Amici ringraziamo la crisi ..! a volte è la sola che arrivi laddove i Comitati nemmeno si azzardano a pensare .. ! Sappiate comunque che qualcuno che i problemi li ha posti è esistito .!.. tramandatelo ai posteri .. dite che c' era chi questo schifo non lo voleva, che non voleva neppure il Ponte tra Ceparana e la Macchia,  che rifiutava quella chiavica dell' impianto di Saliceti,   che voleva invece la metropolitana di superficie tra Sarzana, La Spezia ed Aulla e pensava che proprio nella piana di Santo Stefano sarebbe stato meglio costruire il nuovo ospedale ..! chissà forse vi crederanno ..

sabato 15 agosto 2015

LA BONIFICA (?) DELL' EX PERTUSOLA

 
Non farsi sfuggire articoli come questo apparso oggi a Ferragosto nella Cronaca de La Nazione è raccomandato, perché in esso vi sono dati difficili da reperire per "i comuni mortali" ..  Avrete senz' altro anche voi avuto un moto di fastidio nell' apprendere che la Navalmare un gruppo che esporta strutture nautiche avanzate in tutto il mondo paga solo "circa 60 mila euro/anno" per la Concessione dell' area di Pertusola. Non solo, sino ad oggi è stato trattato coi guanti anche per ciò che attiene alla questione della bonifica che ancora, a 15 anni dall' inserimento dell' area nel Sito di Pitelli, non s' è vista. Mini Ambiente aveva anche diffidato un paio di volte la Proprietà che pur ne è responsabile, ad ultimare la caratterizzazione e la messa in sicurezza di emergenza.
 
Sinceramente non sappiamo com' è finita anche perché Pertusola è diventata un SIR e  noi dell' Associazione Comitati Spezzini,  non veniamo più invitati dalla Regione Liguria alle Conferenze di Servizio dedicate, come invece aveva fatto il Ministero dell' Ambiente sino al 2012. Perciò non abbiamo potuto neanche leggere  i verbali che il Dipartimento Ambiente di Via D' Annunzio  (guidato dalla Dott. essa Minervini)  ha dato disposizione di redarre.  Vale la pena ricordare che a Roma noi dei Comitati Spezzini siamo stati gli unici a "spingere"  affinché la pratica Pertusola venisse accelerata, il Comune di Lerici si è visto solo all' ultima " Istruttoria" con le afone parole della ex assessore all' Ambiente V. Fedi provenienti dai banchi del pubblico  !  Abbiamo ragione di credere che comunque non sia cambiato molto, a parte i fondi stanziati per la Messa in Sicurezza Permanente e la ristrutturazione degli immobili della vecchia fonderia.  Circa 3,1 milioni divisi tra Regione, Autorità Portuale e Proprietà .. in fondo poca roba .. rispetto alle risorse necessarie per una vera bonifica che tra l' altro dovrebbe riguardare anche lo specchio a mare prospiciente dove dovrebbero finire le barche (57) da sempre tirate a secco in Piazza Brusacà a San Terenzo.
 
Nell' articolo si parla di  "ambientalizzazione della collina retrostante imbottita di Piombo"   che sarebbe finito pure a Baccano di Arcola ( e probabilmente anche a Pitelli),  ma temiamo che si tratti del solito tombamento. Ne sapremo di più o almeno lo speriamo il 25 agosto p.v. quando incontreremo il Sindaco e la Assessore all' Ambiente del Comune di Lerici.
 
 
 
 
 
 

venerdì 26 giugno 2015

25 giugno Audizione in Commissione Ambiente


25 giugno 2015
 
 
Un nuovo contatto  istituzionale,  questa mattina in seconda Commissione presso il Comune della Spezia dove sono stato audito sul tema della dotazione degli impianti dedicati al Ciclo dei Rifiuti.

 Prima di entrare nel vivo della discussione ho chiarito che all’ Associazione Comitati Spezzini premeva che fossero  poste agli atti le proprie posizioni in materia e  non già la condivisione del proprio dissenso sui piani del Gestore e degli Enti Locali.  Anche perché tali Piani appaiono inemendabili .. di più,   si potrebbe dire un' autentica Ragion di Stato!

Il primo punto affrontato è stato il rilascio dell’ AIA all’ impianto di Saliceti imposta dal D.lgs. 46/2014. Come ho riferito al Secolo XIX nei giorni scorsi,  Acam ha presentato la richiesta dell’ AIA  circa un mese fa, con forte ritardo rispetto al termine indicato dal Decreto e cioè il 7 settembre 2014. Pertanto le Autorità scientifiche e di controllo (ASL ed ARPAL), a partire dal giorno della Conferenza Istruttoria lo scorso 19 giugno, si sono ritrovate a gestire la pratica in 17 giorni essendo fissata la Conferenza  Decisoria il 6 luglio.

 Il 6 luglio è stato individuato dalla Provincia come l’ ultima data utile per ottemperare agli obblighi di legge.  Che dire?   Intanto a rappresentare i Comuni   il 19 giugno c’ era solo il Sindaco di Vezzano Ligure Fiorenzo Abruzzo e  poi che Acam, ancora una volta, si è dimostrata inefficiente e superficiale.  Non di meno, a noi pareva quasi scontato che almeno un passaggio nei consigli comunali si dovesse fare anche perché il 26 giugno i Soci Ammistratori di Acam ( i Sindaci della Provincia) tratteranno nella Sede di Via Picco anche del riassetto societario di Ambiente nonchè del Projet che dovrebbe potenziare i siti di Boscalino e Saliceti.

 Il Dott. Garavini,  lo abbiamo letto sul Secolo XIX ha tentato di giustificare il ritardo di Acam nel presentare la domanda di AIA  richiamando lo stato di  “ anormalità”  dell’ Azienda,  quasi a dire  “ sparate ad un uomo morto! “  E’ sempre cosi,  quando critichi Acam  aprono tutti l’ ombrello della crisi aziendale di cui nessuno però sembra avere responsabilità.!!


 

Un punto su cui ho richiamato l’ attenzione sia oggi in Commissione Ambiente che nella Conferenza di Servizio del 19 giugno è l’ intenzione della Provincia di inserire nell’ AIA la sezione di tritovagliatura con la quale, negli ultimi mesi,  si è potuto gestire il flusso di   Rifiuto Indifferenziato  proveniente dal Tigullio. Ufficialmente tale dotazione sarebbe deputata a far fronte ai fermi dell’ impianto TMB ( per rotture o manutenzione) ma è chiaro che  per  Acam rappresenta anche uno strumento per aumentare i suoi profitti,  tant’ è che l’ Azienda prevede di portare  le 105 mila tonnellate previste per il 2015 a 125 mila nel 2016. 


Questo scenario ha fatto imbufalire il Sindaco Abruzzo che si è detto contrario ad incrementi delle quantità da trattare, in quanto la popolazione residente a Saliceti è da anni in agitazione per gli effluvi maleodoranti che ammorbano il sito. E proprio  a riguardo dell’ iracondo intervento di Abruzzo, il simpatico Ingegner Fanton  (di  Acam Ambiente)  mi ha fatto notare come fossi stato   “scavalcato a sinistra” .   Certo il comportamento del sindaco di Vezzano Ligure ha sorpreso anche me.

 E’  da dire però,  che la mia presenza in Conferenza era appena tollerata,  al mio arrivo mi è stata subito notificata la mia posizione: quella   di Astante Pubblico...  figuriamoci se mi fossi  allargato troppo come sarebbe finita! 

 Una piccola polemica con l’ ing. Maggi  comunque l’ ho avuta ...  

In Commissione Ambiente  ho  ancora ricordato il grande dissenso popolare che si levò prima della realizzazione dell’ Impianto vezzanese . Dissenso che nei primi anni del 2000 ha spinto i Comitati ad organizzare forti proteste ed a ricorrere alla Magistratura Amministrativa. L’ intento fu quello di cercare di bloccare un Polo Industriale inadeguato, costoso e pericoloso.  Inadeguato in quanto tarato su una raccolta differenziata del 45 %   ( al 65% le biocelle non servono più a nulla) , costoso perché ha comportato per la Comunità un esborso di  22 milioni di euro ( di cui quasi un terzo ancora da pagare),  pericoloso poiché prevedeva oltre alle sezioni di bioessicazione, deferrizzazione, vagliatura sottovagli / sovvalli anche quella per la trasformazione del cosiddetto "secco"  in Combustibile.

Trasformare dei Materiali Post Consumo   in Rifiuti Speciali e poi dover spendere fior di quattrini per garantirne lo smaltimento in discariche o inceneritori fuori provincia,  non ci è mai parsa una soluzione assennata.  Pertanto vantarsi  come fa l’ Assessore Natale (ma invero anche altri )  di essere l’ unica Provincia ad avere un Impianto come quello di Saliceti  è davvero singolare.  Basterebbe essere obiettivi e mettere nel conto non solo i costi sinora affrontati ma anche il disagio che si è recato e tutte le misure che si dovranno prendere per cercare di contenerlo ( vedere la bozza Arpal con le prescrizioni per l’ AIA).

Come più volte riferito, la nostra Associazione ritiene che la miglior opzione resta quella di riconvertire Saliceti in impianto di compostaggio aerobico, senza importare rifiuti da altri ambiti. Questa proposta però non è stata ritenuta conveniente dai vertici di Acam che vogliono  mantenere il suo ruolo di Hub del rifiuto tal quale. 

Il secondo punto all’ o.d.g.  riguardava l' impianto di Boscalino:  ai consiglieri ho rammentato che le biocelle aerobiche di cui è dotato non sono mai state messe nelle condizioni di lavorare.  Sin dai tempi dell’ inaugurazione  -nel 2002- si sono presentati dei problemi.  E non solo in relazione all’ uso da parte degli utenti dei sacchetti di PET ( poi messi al bando e sostituiti da quelli in PLA) ma anche probabilmente a motivi tecnici ed economici di cui nessuno,  tra coloro che erano in grado di farlo ha fornito spiegazioni esaustive.

L’ inattività di Boscalino comporta ormai da anni l’ esportazione di tutta la FORSU raccolta in Provincia  ( compresa quella dei distretti Porta a Porta)  verso altri impianti situati in Piemonte ( Alessandria e Cuneo). La biomassa da rifiuto anche se smaltita,  viene comunque conteggiata nella raccolta differenziata grazie ad una Delibera di Giunta Regionale    la  1457/ 2014     di cui riporto un significativo quanto astruso stralcio:  
..ai fini della valutazione del raggiungimento degli obiettivi di cui all’art. 205 del d.lgs. n.152/06, la percentuale di raccolta differenziata è data dal rapporto tra la somma dei pesi delle frazioni merceologiche raccolte in maniera differenziata destinate al recupero, o a corretto smaltimento, e la quantità dei rifiuti urbani complessivamente raccolti ..

La raccolta differenziata dovrebbe avere la seguente definizione :  “è raccolta differenziata la pratica volta ad abbattere la ricaduta ambientale derivante dal ciclo dei rifiuti ed a produrre un ritorno economico sia ai Soggetti che lo gestiscono che ai Cittadini ”

 
Quella enunciata nell’ art.183 comma 1 lettera p) del T.U.A.  pare piuttosto riduttiva,  “raccolta differenziata”: la raccolta in cui un flusso di rifiuti è tenuto separato in base al tipo ed alla natura dei rifiuti al fine di facilitarne il trattamento specifico.  

 
L’ area di Boscalino è da tempo al centro dell’ attenzione per un progetto che prevede di insediarvi un Digestore Anaerobico. Sono sicuro di non sbagliarmi se affermo di essere stato l’ unico a parlarne negli ultimi anni .. nessuna Associazione di rango nazionale, nessun Comitato  se ne mai occupato  .. invero anche lo stesso comune di Arcola  - competente per territorio-  si è mostrato del tutto impreparato. 

 
In Commissione ho descritto sommariamente il funzionamento di questo tipo di impianti.

 
In genere vengono realizzati per trattare “biomasse sporche”:  organico fuori specifica, fanghi biologici, deiezioni animali, scarti di macellazione ect.  E’ consuetudine unirle insieme e deporle in capienti silos,  dopo di che esse vengono assoggettate a due tipi di processo: mesofilo o termofilo.   Il più usato è quello mesofilo che ha maggior durata ma è più economico in quanto meno energivoro. 

 
A valle del processo si ottiene gas metanifero che poi viene in parte usato per il fabbisogno dell’ impianto ( da accertare l’ effettiva quantità immessa in rete) e vi risulta un materiale solido denominato digestato, pari al 30 % della massa in ingresso.  Da questo non è possibile ricavare compost di qualità  specie se la Forsu raccolta, risulta fuori specifica e se ad essa verranno associati fanghi biologici ( Acam stessa mi ha confermato questo orientamento).

 
Per ciò che attiene all’ impiego del “digestato”  ho segnalato le emergenze occorse in alcuni paesi europei, specie in Germania, derivanti dall’ uso di questo prodotto in agricoltura. Alcuni ricercatori tra cui Helge Bohnel dell’ Università di Gottinghen hanno potuto evidenziare la pericolosità di alcuni batteri che in esso si sviluppano,  tra questi i Clostridi ed altri del tipo gram-positivo  responsabili di tetano, gangrena gassosa, tossinfezioni alimentari, necrosi dei tessuti, botulismo.

 
La Svezia impone l’obbligo di pastorizzare i digestati prima che questi siano sparsi sul terreno, ma il procedimento nulla può contro le spore. Anche l’uso di antibiotici non previene questa formazione. Il 24% dei Clostridi trovati nei fanghi residui sono patogeni per l’ uomo e per gli animali.

 
Le perdite di digestato nei terreni ha provocato inquinamento di terreni e corsi d’acqua con ripetute morie di pesci. Anche il ricercatore dell’ Università di Modena Stefano Montanari conferma i rischi  sopra annotati ed anche altro vedere qui >

 
http://blogeko.iljournal.it/mais-cancerogeno-riciclato-come-biogas-il-professor-montanari-idea-pericolosa/71996

 
Dunque ho precisato alla Commissione quanto sia insensato condividere queste  prospettive,  peraltro,  a fronte di vantaggi che non andranno certo a beneficio della Collettività ma al costruttore dell’ impianto. Un digestore anaerobico capace di trattare 30 mila ton/anno di biomassa con annessa centralina turbogas sotto il megawatt di taglia ( non sconterebbe la VIA) può costare almeno 10 milioni di euro.!.  

A questo punto ho fornito informazioni in merito a chi  finanzierà l’ opera e alla sua ubicazione. Alla Commissione Ambiente ho fatto notare che considerata la gravissima situazione finanziaria del Gestore,  il  finanziatore non potrà che essere il nuovo partner della partecipata “Ambiente” la quale come risulta nell' ultima versione del Piano di Salvataggio ha previsto di cedere almeno il 51% del suo pacchetto azionario. Sino a poco tempo fa l’unica manifestazione d’ interesse a partecipare alla gara è pervenuta da Iren ( che avrebbe anche una prelazione ):   multi utility emiliano-ligure-piemontese che è quotata in borsa ma è anche indebitata per ben 5 miliardi di euro,  oltre 10 volte quello di Acam Spa ! 

Sull’ allocazione del digestore ho fatto presente che l’area di interesse misura circa 22,500 mq e che risulta occupata per un terzo dalle scorie di un vecchio inceneritore  ( demolito dopo il sequestro giudiziario avvenuto nel 1986), per un altro terzo da alcune strutture ancora parzialmente in uso e per un ulteriore terzo dall’ impianto di compostaggio aerobico.

 Pertanto l’ idea di costruirvi un digestore anaerobico pare alquanto improvvida, non fosse altro per l’ evidente carenza di spazio.



 

 
L’ attività della centralina per lo sfruttamento del biogas, anche se di piccola entità, immetterà sostanze inquinanti a qualche centinaio di metri dal centro abitato di Baccano e comunque in un contesto già fortemente gravato da un pesante carico ambientale:  la centrale dell’ Enel, 13 siti critici tra discariche ed aree industriali dismesse.

Ultimo punto della mia relazione è stato quello relativo alla  discarica di servizio .. abbandonate le opzioni Mangina e Rocchetta Vara  ( a proposito il Comitato che difendeva il Biologico non si occupa più di rifiuti ? perché non prova a sensibilizzare i Comuni della Vallata affinchè attivino almeno l’ auto compostaggio?)  resta pertanto quale alternativa l’ ex discarica di Saturnia già ricadente nell’ ex SIN di Pitelli (oggi SIR). 

Da qualche settimana è in corso la fase di caratterizzazione. Ho descritto ai Consiglieri le caratteristiche del sito che si presenta come un incavo di grande volumetria, aperto a metà anni ’80 e chiuso dalla Magistratura dopo poco tempo .

Nella vasca più profonda vennero conferite circa 90 mila tonnellate tra ceneri da combustione del carbone e RSU.  In continuità con quanto delineato dal Ministero dell’ Ambiente,  è verosimile che la Regione  preveda di effettuare la messa in sicurezza permanente (MISP),   scenario,  o meglio destino comune a tutti gli altri siti critici ricadenti nel Perimetro.
La MISP dovrebbe dunque essere effettuata con terra vergine e materiale strutturante. L’apporto di materiale per ripristinare l’area dovrebbe a nostro avviso essere contenuto e limitarsi alla vasca più profonda e non interessare i gradoni a suo tempo predisposti. Gradoni su cui -come si vede nell' immagine sottostante-  è tornata la vegetazione.

 















 Da quanto invece perviene da Comuni ed Acam  l’ orientamento è quello di sfruttare tutta la volumetria,  ovviamente una volta certificata la bonifica del sito e riacquisito lo stesso per gli usi legittimi.  Sopra la piccola vasca messa in sicurezza, previo espletamento della procedure di VIA ed AIA,  verrebbe aperta una nuova discarica in cui sarebbero conferite terre/rocce da scavo e FOS.

I sindaci soci amministratori di Acam hanno approvato un Piano Economico che prefigura un utilizzo del sito quale discarica di servizio, per un periodo di 7 (sette) anni dal 2015 al 2021. Il nuovo impianto -sempre secondo le previsioni del Piano-  dovrebbe garantire una redditività di 4.3 milioni di euro l’ anno.

La volumetria disponibile a Saturnia è stimata in circa 700 mila metri cubi pertanto si calcola di conferirvi 100 mila metri cubi l’ anno di materiale.  100 mila metri cubi corrispondono a circa 140 tonnellate. L’ apporto secondo quanto riportato dall’assessorato all’ ambiente del Comune Capoluogo,  sarebbe misto: terre - rocce da scavo e FOS al 50%.  Ergo nel caso della FOS si tratterebbe di recapitarvene almeno 70 mila tonn/anno.

Con un semplice calcolo aritmetico è possibile stabilire che nella nuova discarica di Saturnia verrebbero allocate ben 490 mila tonnellate di FOS. Una quantità che forse non sarebbe possibile reperire nemmeno in tutto il settentrione d’ Italia.

Non meno arduo sarà trovare 70 mila tonnellate/ anno di terre vergini .. A conferma di ciò è sufficiente vedere cosa è stato conferito nella Discarica di Pitelli Ruffino nell’ ambito della Misp del sito:  fanghi dei canali cittadini Lagora-Dorgia- Fosso Maestro, fanghi da cartiera peraltro maleodoranti di cui alleghiamo i test richiesti ad Arpal

 
PDF: Risultanze analitiche .pdf

ed una quota residuale di materiali provenienti da scavi di fondazione.

PDF">http://www.file-pdf.it/2015/06/27/quarto-report-pitelli/">PDF: QUARTO REPORT PITELLI.pdf

Si è sentito spesso citare gli scavi per il Terzo Lotto della Variante Aurelia come la fonte di approvvigionamento, ebbene tutti sanno che da ormai molti mesi i lavori sono praticamente fermi   e comunque non è con i circa 500 mila metri cubi di materiale ancora da rimuovere (fonte ANAS)  che si possano risolvere tutti i problemi !   U na parte verrà rimpiegata sullo stesso Tracciato  per terrapieni e risagomature.   Sul territorio poi non sono pochi i Soggetti che necessitano di terre da riempimento.

Ora siccome la nuova discarica di Saturnia verrebbe riaperta con la classificazione di Discarica per Rifiuti Speciali non Pericolosi
andare alla voce  >   Disciplinare di Gara  
 
non è peregrino pensare che vi si possano conferire materiali terrigeni aventi codici compatibili con la suddetta classificazione.!!! 

E tra qualche anno coloro che oggi a garanzia di tutta l’ operazione dicono di metterci la faccia potrebbero razzolare altrove ..!